Wednesday, August 22, 2012

La macchinetta del caffe'.


La macchinetta del caffe' sta morendo. Lentamente. Adesso prima di farlo il caffe', faccio scorrere acqua, per assicurarmi che il filtro funzioni e che la pressione ce la faccia. Ha questo piccolo perno in plastica che si apre solo se la pressione e' giusta e lui non si e' incrostato. Fa questo rumore, come di una donna che viene ed ha un orgasmo, e poi il caffe' fluisce con la schiumetta giusta. Non ha mai sbagliato la schiumetta marroncina questa macchina. Non e' stato, in tutto questo tempo, come se io la guardassi ogni volta, dall'esterno, aspettassi, facessi il caffe' e mi dimenticassi per altro. No. Questa macchina l'ho curata, pulita nel tempo, non e' come se fosse una cosa che stavo a guardare e che un giorno avrei semplicemente buttato, con indifferenza. L'ho seguita.  E cosi lei e' invecchiata insieme a me. E adesso sono qui che non riesco veramente a distaccarmente. Sara' fino all'ultimo caffe'. Che faremo insieme.

Tuesday, August 21, 2012

Per l'aeroporto

E' successo per caso. Pensava fosse il numero della limo ma invece qualcosa era cambiato. Come succede spesso qui . La voce che ripose non era locale. E non era la solita. Poi le disse che era nata in Islanda. Lo stato che aveva fatto bancarotta, aveva pensato. Offriamo shared rides per l'aeroporto. costano meno. La voce era squillante, invitante per essere islandese.  Non pote' pero' non sentire quel senso di scetticismo. Le cose cheap e buone erano davvero poche e quella aveva una buona probabilita' di non esserlo. Pero' l'idea di fare qualcosa di diverso lo attirava. Dopotutto era diventata noiosa quella macchina nera e grande che lo veniva a prendere solitamente e nella quale affondava comodamente, nel silenzio rotto solo dal rumore sordo e attenuato della strada e dall'aria condizionata. Telefonava in genere. Lunghe telefonate. Quelle da prima-aeroporto, di prima-viaggio. Di convenienza. Disse di si quindi. la voce  gentile arrangio' tutto con cortesia. I numeri di conferma per l'andata e il ritorno li aveva scritti su di un postit giallo, troppo piccolo per contenerli tutti ma che era della dimensione giusta per il suo portafoglio.
L'autista arrrivo' in anticipo su di un van a sette posti. La puntualita' faceva sempre piacere. Lo accolse con un sorriso, ma di quelli buoni che non sembrava che poi uno dovesse dargli la mancia per forza. I sedili del van erano spartani ma comodi. Rick, cosi si chiamava l'autista, aveva la sua eta' avanzata ma sembrava arzillo. Con due occhi azzurri da ragazzino. Non parlava di solito ai conducenti. Non per scelta veramente, ma capitava sempre cosi. Ognuno giocava il suo ruolo, lui quello di passeggero, che se ne sta per i fatti suoi. Aveva sempre qualcosa da fare del resto. Alla peggio telefonava. Rick pero' non era il solito autista. Era uno di quelli che non doveva sbarcare il lunario con una moglie e tre figli a casa. Lui guidava per non annoiarsi. Fu il telefono che stimolo' il suo primo commento. Ah si l'ho preso anche io ma certo che ci sono delle cose che potrebbero essere migliorate. Alzo' gli occhi dal piccolo schermo incuriosito. Non sai mai dove trovi le goccie di saggezza. Lo guardo' per ascoltare. Si, coninuo', io vorrei una cosa semplice che si adattasse alla situazione, per esempio in macchina non posso giocare con le dita per fare un numero e la voce deve essere riconosciuta perfettamente altrimenti uno come fa. Gia' Rick ha ragione e cosi  racconta che va nei negozi a informarsi e a provare, con quegli occhi azzurri voraci di imparare, e si fa una sua opinione su quello che va e non va. E magari ci investe. E poi racconta di quando negli anni 50 li non c'era la marina ancora e che una volta un uragano ha spazzato tutto che poi c'hanno fatto anche un film ed era stato proprio cosi come lo avevano filmato.  Rick l'autista, e' piu vivo di un sacco di gente immensamente piu' giovane fuori. Uno con le sue opinioni, che ti racconta per sapere che ne pensi. Genuinamente.
Quell'entusiasmo non sono mica bruscolini. Te lo porti dentro tutta la vita.Quaranta minuti volano velocissimi con il telefono che sta li' in un angolo, inutile per una buona volta. Si questo viaggio iniza bene.

Monday, August 6, 2012

La non banalita' della quotidianeita'

La vecchia signora era sicuramente indiana. Avanzata in eta', ma ancora giovane per lavorare davanti ad un computer e batterci i tasti. Leggermente ricurva su se stessa, non portava vestiti tradizionali come fanno parecchi qui in questo edificio, ma  gli indumenti che indossava avevano quella saggezza di chi sa cosa vuol dire un clima caldo e umido. I movimenti erano lenti e sapienti, e guadaganrono subito il mio rispetto. Schiaccio' il bottone del terzo piano e io mi avviciniai alla grande tastiera per premere quello del quinto. Lei fu piu veloce di me in un atto di cortesia che voleva proprio fare. Quinto? mi dice. Io annuisco e poi sento il bisogno di dire qualcosa. Ha indovinato giusto dico, proprio il quinto, come faceva a saperlo?. Penso che i cinque piani qui hanno tutti lo stesso numero di uffici e sono uniformemente popolati. Vanno tutti al quinto, dice lei, constandando questa realta' mentre me la racconta, al quarto pochi e poi parecchi al terzo come me. Lo dice con le mani e con gli occhi e con quella lentezza di chi oramai la realta' la constata, la prende come e' e non cerca di cambiarla piu'. Ha indovinato giusto dico io proprio il quinto, e penso che inevitabilmente ho addosso qualche segno inequivocabile di uno che vive li', in cima  all'ultimo piano. Qualcosa di me ha parlato in quel silenzio d'ascensore.  Quegli occhi piu' vecchi di me devono averlo colto come un istinto. Ci salutiamo e inizia la mia giornata.

Sunday, August 5, 2012

Anti-Poetry-Slam:. A Torino, alla Libreria Trebisonda, la sera del 14 dicembre 2011.

Anti-Poetry-Slam:. A Torino, alla Libreria Trebisonda, la sera del 14 dicembre 2011.
con Paola Sunna. il video e' qui: http://www.youtube.com/watch?v=V9bxDDll77w
ci siamo classificati quarti. :)


Amore in analisi

Hai attinto al fuoco dell’amore
Con le chiavi di casa in bocca
Aspettandomi
Hai attinto al pozzo del desiderio
Andando con gente di internet
Trasudando sesso per chi lo voleva fare a tre
La tua vera essenza e' strafatta di bugie
Per difenderti
Sdoppiandoti e accoppiandoti
Su quel lettino scomodo
Sei una gran troia
volevi essere la mia
per gioco.

Amore in lalaland

Trullalli Trullallà che amore bello
Tutto rosa
Sembra un fiorello
Ma che belli sti occhi castani
Me li prendo fino a domani
Trullalla Marco il mio bimbo grandino
Dorme di la mentre mi dono
Nessun rimorso godo e perdono
Poi domattina Alessandro mio bello
Che dei miei quaranta fai la metà
Ti porto su presto all’università
Amore mio bello trullali trullallà

Amore digitale

Sono preso da te
Come un buffer di youtube
Che scarica scarica
E non conclude amore mio
E le parole sono discorsi di un frammento amoroso
Che resta incompiuto con la connessione Vodafone di villa stellone
E non ti sento più, ma al massimo ti chatto,
che sia skype o face book
lo sai non è reale
perché ai bits
pure ai tuoi
non si può proprio
sostituire il tocco delle mani
del tuo alito pesante nella notte
e questa è la realtà non digitale
che ci fa vivere ogni giorno
ho rimembranza adesso
di quel video che poi non ho mai visto
di quel libro che sull’ipad non ho mai letto
di quel libro senza i bits che è il tuo corpo
che si legge meravigliosamente a letto
sono preso da te
come un buffer di youtube
che scarica scarica
e non conclude amore mio