Monday, March 14, 2011

5L

Cinque biglietti di prima. Lui belloccio con la borsa del laptop. Quella del lavoro. Lei coperta di firme e bella della bellezza dei ricchi. Che anche una brutta la sistemi da non crederci, che non la riconosci e dici "ma vah". Bei vestiti e il trucco e il resto e alla fine sembra una figa da copertina. Poi bambini. Piccoli. Ancora nella loro bambinita'. Non coscienti della condizione di cui godono, sentendola normale. La filippina segue. Carica di bagagli. Carrozzino in una mano e gli zainetti dei bimbi dall'altra. Seguita dai commenti delle addette al volo. Nei loro pantaloni blu da uomo. Con la bocca da malelingue in un angolo.  Questi si portano la filippina in vacanza. E viaggia in businness la filippina.  Ci imbarchiamo. La madre li chiama i bimbi,  devono mettersi in fila come gli altri ma capisci che non e lei a tenerli. Non reagiscono quasi. Ma quando la filippina fa un cenno e parla nel suo inglese stentato non c'e' esitazione. I bambini rispondono, si muovono. Eccoli in fila. E' l'abitudine. Si conoscono bene loro. La filippina, decisa in gesti nei quali si sente a suo agio e autorita', li guida ai posti, li fa sedere. La mamma quella vera sorseggia champagne due posti piu' avanti con il marito laptop. La filippina sta al 5L, stonato agli occhi di tutti e dei suoi. Ma e' sempre un lavoro no? E' Natale. E' vacanza, con le sue bellezze artificiali e i suoi stridori.